Casale Marittimo

La visita di Casale Marittimo può svolgersi anche come "investigazione", da condurre esplorando ed esplorando il centro urbano suggestivo, dagli edifici in gran parte di pietra che seguono, ad anelli concentrici, lo sviluppo di due cerchie murarie d'epoca medievale. Spesso inoltre, sulle pareti e negli arredi sono andati in tempi diversi a iscriversi reperti archeologici della zona, generando singolari palinsesti di architettura e di arredo.

Una rampa consente di accedere al "Castello", come ancora oggi viene chiamato il cuore storico del paese, non ché a documenti importanti del suo passato remoto. Il lastrico infatti è in pietra arenaria locale: un sedimento marino del Pliocene, come denunciano i fossili, soprattutto conchiglie, che vi sono inclusi. Sulla rampa si trovano poi i locali della Pro Loco, in cui è possibile consultare un'intelligente raccolta di foto e planimetrie degli scavi archeologici della zona.

L'ingresso al "Castello" è segnato dalla torre dell'Orologio, eretta nel 1854 dove in precedenza era una porta. Subito dopo, sulla sinistra, è la cosiddetta Casa del Camarlingo (n. 13 di via del Castello), che faceva parte della cinta muraria ed è sicuramente uno dei palazzi più vecchi del paese.

A destra inizia un percorso circolare che segue esattamente la cerchia delle mura, formata dalle pareti esterne delle case sulla sinistra. Al n.19 di via del Castello, sopra la porta d'ingresso, si trova una piccola pietra scolpita che secondo tradizione raffigurerebbe un teschio: qui la memoria locale sostiene si trovassero le prigioni.

Più avanti è riconoscibile, sulla sinistra, la parte inferiore di un torrione inserito nella cerchia muraria.

Superata una volta, costruita nel 1838, si incontra sulla destra quella che fu la pieve di Sant'Andrea, nominata per la prima volta nel 1305 e che verso la metà dell'800, ormai insufficiente per la comunità, divenne scuola elementare e, dal 1874, municipio. La porta della pieve è riconoscibile sotto la volta, dove è anche lalastra di marmo con le nuove unità di misura adottate dopo l'unità d'Italia.

Di fronte al municipio è il palazzo della Canonica: affascinante citazione di edificio quattrocentesco risalente al 1940 e realizzato con materiali provenienti dalla Villa romana (vi si riconoscono capitelli e stipiti). All'interno, chiedendo l'autorizzazione al parroco, è possibile visitare i reperti della "sala romana": pavimento in mosaico bianco e nero, frammenti di stucchi colorati e un piccolo dipinto con Sileno.

Si lascia quindi la cerchia muraria per la nuova chiesa di Sant'Andrea, costruita nel 1872-74: sopra il portale un bassorilievo di Sant'Andrea del casalese Alberto Sparapani. All'interno: affreschi, eseguiti da Stefano Ghezzani nel 1987-88, con scene di vita di Sant'Andrea; fonte battesima le ricavato da un capitello rinascimentale; sedia liturgica con braccioli a zampe di fiera di recupero classico.

All'estremità opposta della piazza davanti alla chiesa è la cappella della Madonna delle Grazie, eretta nel 1712-16 grazie alle prestazioni di lavoro volontario fornite dagli abitanti.

Si torna ora in piazza del Popolo sul cui lato orientale si trova la piccola chiesa di San Sebastiano, costruita nel 1775 e restaurata nel 1937 con altri materiali della Villa romana. Le due sfere di pietra, una murata in alto a destra, l'altra posta in cima alla scalinata al lato sinistro, sono probabilmente chiusure oppure cippi di tombe etrusche.

Da piazza del Popolo si accede infine ai borghi, vale a dire ai quartieri sviluppatisi fuori dalle mura del "Castello" a partire dalla fine del '500, lungo la via della Fonte, con i caratteristici vicoli, portici, scalinate e scannafossi.

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